Molteplici fattori determinano il successo nella procreazione in vitro tra cui i principali sono:
- Il protocollo di stimolazione impiegato
- L’esperienza dell’operatore nell’eseguire il prelievo degli ovociti
- L’esperienza del laboratorio nell’eseguire le inseminazioni e le colture degli embrioni/blastocisti
- La qualità degli embrioni ottenuti
- L’esperienza nell’esecuzione del transfer embrionario
- La recettività dell’endometrio
Contrariamente a quello che si può pensare l’efficacia della fecondazione in vitro dipende tantissimo dall’esperienza degli operatori coinvolti (medici ed embriologi). Esattamente come l’efficacia di tutte le prestazioni mediche-chirurgiche dipende fortemente dalla capacità tecnica e dalla preparazione del medico-chirurgo che la eroga
A parità di caratteristiche biologica della coppia, il protocollo di stimolazione, il dosaggio dei farmaci, il timing del pick up e l’esperienza dell’operatore possono modificare il numero degli ovociti maturi disponibili per la coppia, con un grande impatto quindi sul numero degli embrioni disponibili al termine della procedura.
L’esperienza delle embriologhe e l’adeguatezza degli strumenti di laboratorio andrà ad impattare sui tassi di fertilizzazione e quindi sul numero e qualità di embrioni/blastocisti disponibili per la coppia
La scelta del timing per l’embryo transfer e l’abilità del medico in questa delicata procedura impattano fortemente poi sul tasso di successo.
La recettività endometriale ha ovviamente un ruolo fondamentale. Oggi vi è la possibilità attraverso l’ecografia e il dosaggio ormonale di avere indicazioni sullo stato di recettività endometriale e quindi anche per questo aspetto, l’esperienza del clinico gioca un ruolo chiave.
Questo per dire che i tassi di successo della fecondazione in vitro NON sono costanti ed uguali dappertutto ma dipendono dal centro dove si esegue il ciclo e dal medico che esegue la procedura
Inseminazione intrauterina e fecondazione in vitro: che differenza c’è?
L’inseminazione intrauterina è una tecnica definita di I livello. Si applica solo in coppie selezionate per età, che non presentino infertilità maschile grave e/o infertilità tubarica. Il tasso di successo è più basso rispetto alle tecniche di II livello, in quanto non abbiamo nessun controllo del processo, ma l’inseminazione intrauterina ha minor invasività tecnologica (la fecondazione avviene spontaneamente “in-vivo”) e minor invasità farmacologica (richiede solo una blanda stimolazione ovarica).
La fecondazione in vitro (II livello) prevede di ricreare “in-vitro” tutti i processi che portano all’unione dei gameti; quindi, è necessario avere in laboratorio sia l’ovocita sia lo spermatozoo ed eseguire la fertilizzazione in provetta. Questo tipo di approccio aumenta molto i tassi di successo (nel caso della FIVET si oscilla dal 38,2% fino a quasi l’80% a seconda del numero di cicli) in quanto: si controlla la qualità dei gameti (ovociti e spermatozoi) scegliendo i più idonei a generare embrioni, si è certi dell’avvenuta fecondazione, si valuta la qualità degli embrioni ottenuti prima di procedere al loro trasferimento in utero.